1996, Numero 3/4
IL MOVIMENTO COOPERATIVO CULLA DEL RIFORMISMO
di Carlo Rizzacasa
Tra il 15 e il 17 giugno del 1947 a Reggio Emilia, nel corso del secondo Congresso postbellico della Lega nazionale delle cooperative, il Partito comunista porta a conclusione la conquista politica ed organizzativa della Lega, di quella, cioè, che era stata la più influente e popolare associazione di lavoratori per oltre mezzo secolo. La fine del lungo e fruttuoso periodo di esperienza riformista e l'assoggettamento di larghissima parte del movimento cooperativo alla politica ed alla strategia del Pci era stata preparata da Togliatti con queste parole: "Noi dobbiamo togliere di mano a questo vecchio riformismo maneggione i centri decisionali e non c'è dubbio che uno degli organismi più grandi ed importanti è la Lega delle Cooperative; siamo ormai alla vigilia del successo e ci vuole qualcuno che sia capace di prendere in mano questo aeropago". L'ostilità ed il settarismo dei comunisti, nei confronti di tutta la grande tradizione riformistica della cooperazione, emerge prepotentemente dalla Relazione sull'attività del Pci dal 5°al 6° Congresso laddove si rileva che "l'affermazione, nella Lega, di elementi riformisti (Dugoni, Canevari) si caratterizza per un'impostazione settaria,...
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