1996, Numero 3/4
"MI SONO CONDANNATO A MORTE"
di Enrico Pigliafreddo
Questo è il testo della lettera che Enrico Pigliafreddo ha inviato il 24 gennaio alla redazione del programma di Vittorio Sgarbi. Le vicende giudiziarie che lo riguardano gli hanno tolto ogni speranza facendolo cadere in uno stato di estrema prostrazione. L'intento di non volere vivere è rimasto fermo nella sua mente e lentamente l'ha messo in atto. "Le scrivo perché ho iniziato a conoscerla e stimarla il giorno 22 ottobre '91, data della mia carcerazione da innocente, ed in carcere ho incominciato a seguire la sua trasmissione perché mi rendevo conto che ciò che Lei diceva corrispondeva a verità, l'ho poi provato sulla mia pelle. Dopo due giorni di carcere ho subito un interrogatorio dove mi venivano rivolte domande a cui non potevo dare risposta, perché non conoscevo i fatti; io ero un biscazziere in un circolo, secondo il p.m., estorto da una banda mafiosa, e per forza di cose dovevo sapere, quindi o collaboravo o ero colpevole, era inutile continuare a proclamarsi innocente, i loro teoremi necessitavano di conferme e di colpevoli. Tranquillo della mia innocenza sono arrivato al processo a cuor leggero, dove diversi testi mi hanno scagionato compresi alcuni pentiti, ma il p.m. ...
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