1996, Numero 5/6
MINISTERO DELLA CULTURA, UN'IDEA COPIATA MALE
di Andros Blue
Le date, parlano chiaro. La proposta del ministero della Cultura ha almeno un decennio: era stata inoltrata, con tempismo e anticipazione, dai responsabili dell'ormai disciolto Partito socialista italiano. Anzi si č arrivati a un passo dalla sua costituzione. Nel '90, col rimpasto di governo, sembrň quasi costituito. Ma vinsero le resistenze, le paure, anche di oggi, che vedevano in esso il pericolo di un controllo coercitivo, attraverso le attivitŕ che lo Stato promuoveva, dalla televisione all'editoria, della formazione del pensiero del libero cittadino. Per questo il monito che ricorre č sempre lo stesso: attenti all'insorgere di un nuovo Minculpop, Ministero della cultura popolare del governo fascista. Certo, che se si intende la cultura come strumento di mera propaganda e controllo per manipolare i luoghi della formazione dell'opinione pubblica, allora il riferimento ai regimi totalitari, siano essi fascisti o comunisti, sarebbe opportuno e appropriato. Ma non mi sembra che fosse quello il caso. L'idea non era certo una semplice trovata, o una estemporanea sortita propagandistica elettorale? Nacque viceversa, in seguito a un lineare quanto meditato percorso di studi e riflessi...
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