1996, Numero 9
L'ITALIA RITORNA AGLI ANNI SETTANTA
di Francesco Forte
Ci si può chiedere come sia possibile che la manovra varata da Prodi e Ciampi per "entrare in Europa" possa piacere, simultaneamente, ai "mercati" e a Bertinotti. La risposta, peraltro, è che in ogni caso non vi è contraddizione fra una politica che privilegi alcuni gruppi di lavoratori e pensionati che già sono molto protetti e, nello stesso tempo, consente a chi è titolare di debito pubblico o di lire italiane, di sentirsi più tranquillo di prima. Il problema è di sapere se tale politica, che giova a percettori di "rendita" nel settore del lavoro dipendente e dei pensionati e nel settore del debito pubblico e ai percettori di rendite nell'area dei tìtoli a reddito fisso, possa giovare alla crescita economica, all'occupazione, ai giovani, agli imprenditori, ai lavoratori autonomi, al Mezzogiorno, al ruolo dell'Italia a livello internazionale. E la risposta, qui, senza dubbio, è negativa. A questa manovra, che probabilmente, nonostante la mostruosità dei suoi dati (62 mila miliardi di aggiustamenti, sul lato delle entrate e delle spese, pari a 3% del Pii) non riuscirà a portare al 3% il deficit del settore statale e, ancor meno, quello del settore pubblico complessivo, bensì ...
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