1996, Numero 10
UNGHERIA LA ROTTURA TRA PSI E PCI
di Critica Sociale
Il 6 novembre il Corriere della Sera dedica un titolo di testa alle conseguenze della rivoluzione ungherese sui rapporti nella sinistra: un altro passo di Nenni per lo sganciamento dai comunisti. La parola "sganciamento" è significativa ed esprime perfettamente la situazione che si è sviluppata nel corso di almeno tre anni. Non è frattura, non è strappo rancoroso, non è pratica anticomunista: è la pacata ma ferma presa d'atto che è giunta alla fine la strada che le due parti della sinistra potevano percorrere assieme utilmente e doverosamente. Socialismo democratico e libertario non possono più trovare alcun modo di convivenza con il sistema di potere sovietico, tanto più che la destalinizzazione kruscioviana è ben lungi dall'aver toccato la prassi politica del Cremlino. Il quale anche negli anni successivi rimarrà comunque prigioniero, certo non più del mito, ma del modus sentiendi e operandi del bolscevismo staliniano. Questa è la molla etica. Politicamente invece Nenni è spinto da una preoccupazione strategica che va oltre quella togliattiana di pure e semplice salvaguardia del comunismo italiano nel rapporto indissolubile con la casa madre sovietica: Nenni, proprio perché non...
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