1996, Numero 10
UNA MINACCIA GEOPOLITICA
di Francois Furet
Nella storia del comunismo, la seconda metà del 1956 appartiene ai polacchi e agli ungheresi. E' in primo luogo l'esperienza di questi due popoli a mettere un po' in tutta Europa un punto finale alla grande fase mitologica del sovietismo. Non ne farò il racconto dettagliato perché è già stato fatto da ottimi studi. L'aspetto nuovo delle due vicende è di mostrare l'intervento delle opinioni e dei popoli nella politica nazionale, sebbene quest'ultima continui a rimanere monopolio del partito. Nei due paesi la frustrazione è visibile subito dopo la morte di Stalin e l'agitazione è latente. Nel 1955 gli intellettuali giornalisti, scrittori, professori, studenti formano nuclei d'opposizione organizzati, che dispongono il più delle volte di istituzioni ufficiali del regime, destinate a irreggimentarli: Unione degli scrittori, riviste letterarie, giornali, scuole, associazioni studentesche. Presto nasce un nugolo di club che fanno rivivere i grandi momenti del 1848. A Budapest il circolo Petöfi fa la guerra a Ràkosi. A Varsavia la gioventù d'opposizione si riunisce attorno al settimanale "Po Prostu" prima di riuscire a formare, nell'aprile 1956, una federazione nazionale di club. Fra ...
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