1996, Numero 12
SILENZIOSA
di Dino Felisetti
Non parlerò del Csm, anche se sono tentato, perché una cosa la vorrei dire, d'altra parte ho parlato quindici giorni fa alla conferenza programmatica proprio su questi temi e non intendo infliggere ulteriormente niente a nessuno, però sono successe alcune coserelle in questi giorni. Ho sentito tanti interventi appassionati, pieni di cuore, che condivido al cento per cento, ma poiché io lo farei male uso questo linguaggio conversativo quasi familiare. Ho sentito il dottor Borrelli deporre a Brescia. Io mi domando che cosa ci stanno a fare i miei attuali rispetto ad allora colleghi al Csm. A me non preoccupa Di Pietro, del quale ormai conosciamo vizi e virtù, ma quando un procuratore, come il procuratore della Repubblica di Milano, viene a dirci che ha saputo allora che vi era un suo sostituto il quale si apprestava a condurre un procedimento in termini di obiettivo di sfascio della persona, avrebbe dovuto ricordarsi che c'è una norma che prevede un sindacato a questo riguardo. Non è altrettanto molto felice quell'altra espressione di quell'altro sostituto che ha detto: "Voleva dire di inchiodarlo", non c'è mica tanta differenza tra l'una e l'altra battuta, rispetto a quello che è...
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