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1999,
Numero 4

LA NATO NON PUÒ VINCERE DIPLOMAZIA IN PRIMO PIANO

di Giovanna Costantino

La crisi del Kosovo rappresenta per l'Europa una prima assoluta per molteplici aspetti. In primo luogo è la prima situazione nella quale si giocano l'identità e i valori costitutivi dell'Unione europea in costruzione, sul piano politico, nella concezione della difesa comune, nel rapporto con gli Alleati della Nato tradizionali e quelli che sono entrati di recente modificando le caratteristiche dell'Alleanza sorta ai tempi della guerra fredda. E certamente, da questo punto di vista, ha giocato un ruolo importante nelle scelte e nei comportamenti dei governi europei l'esperienza recente della dissoluzione della ex Jugoslavia e le disastrose guerre che ne sono seguite in Croazia e in Bosnia. Le potenze europee affrontarono in ordine sparso quelle crisi di cui la pulizia etnica in Kosovo e l'intervento militare della Nato sono figli. Ci fu prima il riconoscimento affrettato dell'indipendenza della Slovenia e della Croazia poi la disastrosa gestione della guerra in Bosnia dove i mediatori europei fallirono e solo la missione dell'americano Holbrooke nel 1995 riuscì a porre termine al conflitto con gli accordi di Dayton, discutibili quanto si vuole ma capaci almeno di fermare una carnefi...