1999, Numero 4
MINUTO PER MINUTO
di Critica Sociale
Venerdi 7 maggio, cade su Belgrado uno dei missili più dannosi. Non solo per il numero dei morti e dei feriti, ma perché si tratta di una bomba che cade, con fragore, sulla politica. A farne le spese è l'ambasciata cinese in Jugoslavia, il cui bombardamento scatena un putiferio. Convocazione del Consiglio di sicurezza, accese proteste, minacce, reazioni di sdegno e di solidarietà con Pechino. La Nato si scusa maldestramente due giorni dopo, il 9 maggio, sostenendo che la Cia gli ha fornito delle mappe sbagliate: un errore incredibile, che mette in difficoltà soprattutto gli interventisti e che crea imbarazzo un po' in tutti i paesi membri dell'Alleanza, tra cui l'Italia. Quello dell'ambasciata cinese è solo l'ultimo episodio di un'escalation partita il 24 marzo ma preparata mesi prima. Proviamo a ripercorrerla all'indietro. L'inizio L'ultima grande guerra dei Balcani comincia il 24 marzo 1999. Mentre scriviamo non si è ancora conclusa e i bombardamenti continuano. Da un primo periodo in cui si colpiva solo di notte, la Nato adesso bombarda Serbia, Montenegro e Kosovo anche di giorno, con un'escalation che conta una media di circa 500600 missioni al giorno. Principalmente da basi in...
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