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1999,
Numero 4

LE CONTRADDIZIONI NELLA RESISTENZA

di Paola Caridi

Se un risultato Slobodan Milosevic voleva ottenere, quello di scatenare una resa dei conti politica nel fronte kosovaro, ebbene ce l'ha fatta. L'uscita di Ibrahim Rugova da Pristina, il suo nuovo possibile ruolo di interlocutore per gli occidentali ha provocato disagio, fastidio e un bel po' di problemi sulla scena politica e militare dei kosovari. Sino ad arrivare alla spaccatura del 9 maggio, quando il vertice dell'Esercito di Liberazione del Kosovo ha definito il Gandhi dei Balcani "emissario" di Milosevic. Dopo l'arrivo di Rugova in Italia grazie ai buoni uffici della Farnesina e della Comunità di Sant'Egidio, i vertici dell'UCK stretti a tenaglia tra il piano del G8 e la nuova presenza del presidente del Kosovo sulla scena internazionale avevano reagito prima con prudenza, poi con richieste di spiegazioni, infine con vere e proprie accuse al capo della Lega Democratica (LDK), storica guida della società parallela kosovaroalbanese. E lo scontro poggia proprio sulle due punte della tenaglia. Da una parte il documento uscito dal Petersberg, che chiede infatti la smilitarizzazione dell'Esercito di liberazione del Kosovo: e non pụ essere altrimenti, per un piano che vuole rice...