1999, Numero 6
ESSERE SE STESSI
di Giulio Di Donato
Irisultati delle europee erano tutto sommato prevedibili. Era chiaro a tutti che nel tradizionale popolo della sinistra c'era molto scontento verso il governo, per alcune scelte che suonavano come una sconfessione di valori giustamente ritenuti fondamentali per una vera cultura democratica. Il cinismo dimostrato nel trattare il caso Ocalan, la gestione del conflitto iugoslavo tutta protesa ad evitare scomuniche da parte della Nato, la politica delle privatizzazioni realizzata sotto dettatura di Cuccia e C., l'acuirsi della crisi economica soprattutto nel Mezzogiorno, sono tutti fatti che hanno cancellato ogni linea di continuità tra la migliore cultura democratica di questo paese, e le cose che dicono e fanno D'Alema e Veltroni. A ciò si aggiunga una scellerata politica delle libertà, che affida ancora ai Pm il compito di liquidare gli avversari politici (Berlusconi in testa), con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il giustizialismo dei diessini e dei loro soci, che ieri si riteneva dovere fare paura solo agli esponenti dell'ancien regime, sta via via creando nel paese un allarme diffuso; nessuno si sente più sicuro della propria libertà, in una situazione politica in cui...
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