1999, Numero 7
DIESSINI "NERI"
di Biagio Marzo
C'era una volta Bologna la rossa. La città simbolo del comunismo e del post comunismo non è più tale, avendo il centrosinistra perso le elezioni amministrative. Tutto si poteva immaginare tranne che gli ex comunisti, nel momento di massimo potere, e con uno di loro Massimo D'Alema a Palazzo Chigi, Bologna cambiasse pelle. Un fatto storico, quello che è successo domenica notte. Non è un dettaglio di poco conto, tutt'altro: da Palazzo d'Accursio sono scesi, dopo cinquant'anni di gestione della cosa pubblica bolognese gli ex comunisti e sono saliti i polisti del centrodestra. Quando Achille Occhetto si pose il problema, dopo la caduta del comunismo internazionale, di cambiare nome e simbolo al Pci, andò a Bologna: la città più comunista dell'Occidente. Senza l'assenso dei comunisti bolognesi non sarebbe stato possibile il cambiamento. Nella sezione della Bolognina, la Stalingrado del comunismo italiano, si consumò lo storico strappo dal Pci. Il capoluogo emiliano era per i comunisti e per i postcomunisti italiani, e non solo, una sorta di città santa, come per i cattolici il Vaticano e per i musulmani la Mecca. I comunisti italiani, che si sono da sempre considerati a parole "diver...
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