1999, Numero 7
DIBATTITO SULLA "COSTITUENTE"
di Elie Fréron
Arrivati a questo punto di sublime confusione, soltanto una libera politica parlamentare potrebbe salvare il paese sull'orlo del baratro. Un Parlamento consapevole dei propri doveri costituzionali (per il momento nessuna riforma è stata fatta) di fronte a un esecutivo che ha perso ormai il controllo della situazione e, in preda al panico, governa ormai per decreti. Peggio: pretende di varare in due settimane quelle riforme strutturali (pensioni, stato sociale, riassetto costituzionale, riduzione della pressione fiscale, ecc.) che furono negate a chi le chiedeva già vent'anni fa, quando tutto poteva farsi senza traumi. Da quando cioè i DS si chiamavano comunisti e i Popolari erano l'appendice pseudorivoluzionaria della DC e assieme a CGIL e CISL lavoravano, fondamentalmente a un unico obiettivo: impedire al PSI craxiano di diventare la più moderna socialdemocrazia liberale d'Europa, e distruggere la Democrazia Cristiana di tradizione degasperiana. Non si può dire che alla fine non ci siano riusciti. Ma poiché i mezzi e i sistemi che hanno adoperato (la cultura cinica e spregiudicata del leninismo ricongiunto al loyolismo) sono intrinsecamente opposti ai processi democratici, il gioc...
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