Può solo dispiacere il fatto che la prima edizione integrale in lingua italiana (e in lingua diversa dal russo) dei Racconti di Kolyma di Varlam Salamov (Einaudi, Torino 1999, in due versioni: nei "Millenni", a 140 mila lire, e in versione economica) sia stata preceduta da una accesa polemica di stampa intorno alla decisione della casa editrice di omettere all'ultimo momento la già pronta prefazioneintervista a Gustaw HerlingGrudzinski a cura di Pietro Sinatti e di Anna Raffetto. Un'importante operazione culturale è stata per qualche settimana appannata e ridotta al rango di pretesto per uno scontro del tutto interno agli schieramenti italiani ormai a loro modo classici: da un lato i sostenitori dell'esistenza di una egemonia culturale marxista, di cui la Giulio Einaudi editore è stata punta di diamante lungo il corso dell'intero dopoguerra, dall'altro gli aderenti a quella corrente che Paolo Flores d'Arcais ha sprezzantemente definito in una lettera al Foglio "mielismobattistismo imperante", con riferimento com'è ovvio a Paolo Mieli e a Pierluigi Battista. Lo scontro non è stato tra i più edificanti anche perché ha messo in luce come ancora vi sia chi intende respingere senza ...