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1999,
Numero 9

DOPO BELGRADO, EUROPA AL BIVIO

di Stefano Carluccio

Ormai anche tra i più convinti assertori della "guerra umanitaria" contro Belgrado si balbettano dubbi e distinguo sulla strategia della scelta militare: è sotto la luce del sole che l'avventura della Nato, oltre che essere un vulnus del diritto classico europeo nelle relazioni tra gli stati, rischia, più concretamente, di infilare le capitali europee nel sacco di una guerra civile endemica in una area di instabilità che estende dal Baltico fino al medio oriente, lungo l'intero profilo orientale del Vecchio continente, il problema tuttora irrisolto di assetto della nuova Europa dopo il crollo del blocco sovietico. La soluzione di questo problema non può prescindere dal suo immediato presupposto, la natura delle relazioni con la Russia e i popoli slavi europei: una questione gigantesca che bussa alla porta con l'esigenza di un nuovo quadro certo di riferimenti internazionali per la cristianit ortodossa e, in definitiva, tra Europa, Islam e le genti asiatiche. Popoli europei, da quando non sono più comunisti gli slavi sono privi di uno status di riconoscimento politico specifico, assorbiti, nel migliore dei casi, in aree di influenza economica regionali (Slovenia e Croazia), o pegg...