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1999,
Numero 9

IL CASO DREYFUS DOPO LA CONDANNA

di Arturo Labriola

(nostra corrispondenza parigina) Parigi, 10 settembre La condanna era preveduta; imprevista era soltanto la tenuità della condanna. Come immaginare che il Consiglio di Rennes volesse scandalosamente rinunziare a far discutere non altro poteva sperare la propria buonafede? Le circostanze attenuanti, per reato di spionaggio, con lo scopo del lucro, costituiscono insieme la rivelazione della malafede del Consiglio di guerra ed una confessione di viltà. Se i cinque senza onore del Consiglio di Rennes avessero applicato la pena estrema all'ebreo accusato, essi avrebbero potuto altieramente sostenere: la nostra coscienza ci ha imposto di farlo. Concedendo le circostanze attenuanti, si sono scioccamente scoverti. Hanno accettato il dilemma di Mercier, e, per salvare dal bagno un colpevole, vi hanno mantenuto un innocente. La questione non verte più, dunque, sulla realtà e sul grado della colpa di Alfredo Dreyfus. Il perfetto e misurato oratore, che ha presentato la costui difesa, ha sollevato nella sua arringa un velo del dossier segreto ed ha per sempre dimostrato l'innocenza di Dreyfus. Si ricorderà infatti che il Trarieux, deponendo innanzi al Consiglio, parlò di una sua conversazion...