1998, Numero 2
IN ULSTER È TEMPO DI PACE
di F.T.
Èdifficile abbandonarsi alla gioia quando si parla di Ulster. Anche dopo gli accordi storici del Venerdì Santo, firmati per porre fine ad almeno trent'anni di guerra civile e a secoli di reciproca segregazione. Perché quando meno te lo aspetti, dicono gli esperti, arriva immancabilmente qualcosa a rompere il meccanismo. Come una maledizione, insomma, che rende disperata una terra ormai difficile e povera, a pochi passi da una repubblica quella di Dublino che è salita in questi anni e in questi mesi alla ribalta della cronaca economica per gli impressionanti tassi di sviluppo e di crescita. Non si è gioito, quindi, per una Pasqua di Resurrezione senza morti, né per un Lunedì dell'Angelo senza la solita parata dei protestanti nei quartieri cattolici di Belfast. La felicità è un bene troppo prezioso, non ci si può permettere il lusso di sprecarla se l'occasione non è quella giusta. E non si sa ancora se gli accordi firmati a Stormont il 10 aprile siano davvero quelli giusti per l'Irlanda del Nord. A prescindere dagli ineludibili attacchi dei falchi nelle due formazioni principali, l'unionista guidata da David Trimble e la cattolica da Jerry Adams e McGuinness, il vero problema dell'a...
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