1998, Numero 3
BENVENUTI AD EUROLANDIA
di Adriano Savio
Nell'antica Roma imperiale i nummularii, ovvero i cambiavalute, non avrebbero avuto un gran che da fare se non fosse stata affidata loro la funzione di convenire in oro e argento le monete di bronzo non dotate di potere liberatorio assoluto; grazioso compito che svolgevano a fronte di un discreto aggio. Monete estere da cambiare, infatti, quando l'impero romano con i suoi nummi si estendeva dalla Britannia all'Africa e dai Balcani alla Siria, in giro se ne vedevano poche e quelle poche non interessavano alcuno. Diverso fu nel Medio Evo, quando la frammentazione dell'unità politica fece sorgere centinaia di staterelli tutti con la loro zecca più o meno attiva e con la loro moneta più o meno importante; per i cambiavalute fu un momento aureo. Gli affari prosperarono al punto che con notevole salto qualitativo i cambisti iniziarono ad accettare depositi e poi a prestarli ad interesse, divennero cioè banchieri e ben presto, se non in tutti i casi, anche bancarottieri. Strano il mestiere del cambiavalute, che prospera nei momenti di disgregazione territoriale e vivacchia in quelli di forte concentrazione politica; operatore finanziario che, con l'unità monetaria del vecchio continente e...
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