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1998,
Numero 3

SUHARTO SE NE VA ANZI, RESTA

di Emanuele Giordana

Èstato il movimento degli studenti indonesiani, attivo in tutto l'arcipelago sin dal febbraio scorso, a dare la stura a una protesta generalizzata, innescata dalla crisi economica scoppiata in tutto il sudest l'estate scorsa, ma sommatasi, in Indonesia, a una richiesta di riforme e democrazia non più prescindibile. Come sono andate le cose nell'arcipelago delle tredicimila isole è cronaca recente. Alla fine, per evitare che la crisi diventasse senza ritorno, il vecchio presidente settantenne, salito al potere con un colpo di mano nel '66 e rieletto nel marzo scorso al suo settimo mandato, si è fatto da parte. Dando perciò mandato, come vuole la Costituzione, di organizzare nuove elezioni tra un anno al vicepresidente Jusuf Habibie, un suo fedelissimo. Spinto a un gesto impensabile sino a pochi mesi fa, Suharto è dunque riuscito ad essere l'abile regista persino della sua apparente uscita di scena: trovato l'accordo coi militari, rassicurati i suoi ministri (tutti tranne due sono rimasti), garantito dalla presenza di Habibie, Suharto resta senza fare la fine di Marcos o dello Scia di Persia, costretti ignominiosamente a fuggire all'estero. Che gli americani ci abbiano messo lo zampi...