1998, Numero 3
L'AUTUNNO DEL CANCELLIERE
di Fabiola Tedeschi
Mai fidarsi dei sondaggi. Soprattutto quando il protagonista delle indagini si chiama Helmut Kohl e l'oggetto è la sua rielezione a cancelliere della Repubblica federale di Germania. Ben lo sanno i socialdemocratici tedeschi, che in più di una tornata elettorale in questi quasi vent'anni di potere cristianodemocratico erano stati benedetti dalle rilevazioni statistiche, dai presunti errori di Kohl e dalla caduta in disgrazia del più longevo cancelliere che la Germania del dopoguerra abbia mai avuto. Il responso delle urne, al contrario, l'ha sempre data vinta a un politico che è come un gatto dalle sette vite: sconfitto, ormai finito, eppure riemerge sempre dalle ceneri di quelli che vengono ritenuti spropositi ed errori strategici. Anche stavolta, nell'ultima campagna elettorale del Novecento, Helmut Kohl è considerato alla fine della sua lunghissima carriera di cancelliere. E forse almeno stavolta i sondaggi avranno ragione, se è vero che la maggioranza degli stessi elettori della CDU/CSU non crede alla sua rielezione. All'orizzonte si staglia la figura di Gerhard Schröder, il Blair di Hannover, il Clinton della nuova socialdemocrazia tedesca, il tribuno che vuole modernizzare il...
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