1998, Numero 5
SCRIVERE NELLA LINGUA DEL NEMICO
di Jean Halévy
La scrittura, nel cuore delle ferite Si può davvero "andare ancora al cuore delle ferite", come suggerisce il titolo del librointervista di Assia Djebar con Renate Siebert uscito in italiano presso la Tartaruga? L'impressione dopo aver ripercorso insieme a questa scrittrice algerina tutto il tragitto di un vita scandita dallo scandalo dell'identità lo scandalo di esser donna e scrittrice, in sovrappiù francofona, nell'Algeria postcoloniale è che, nella distanza dell'esilio, volontario o coatto che sia, la ferita non possa che ampliarsi a dismisura, divenire irreparabile. L'autrice di "Donne di Algeri nei propri appartamenti" scrive con un altro nome, in un'altra lingua, da altri paesi: il suo vero nome FatimaZohra Imalayène, Assia Djebar è solo il suo nom de plume la sua vera lingua, la sua vera patria restano anch'esse seppellite in quella "tomba interiore" dove ogni algerino rinchiude il doloroso mistero della memoria. "Rimozione" è ancora la parola chiave per comprendere la lotta estenuante che la letteratura algerina ha ingaggiato contro quello che la Djebar definisce il "prestigio" di cui la violenza è ammantata nella storia nazionale. Di ferite ancora aperte in q...
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