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1998,
Numero 6

L'ILLUSIONE RIFORMATRICE

di Jiŕ Pelikan

Io seppi dell'intervento sovietico alle 23.30 del 20 agosto. Alle 15, come presidente della Commissione Esteri del Parlamento, mi arriṿ copia di un messaggio cifrato al Comitato centrale del partito inviato dall'ambasciatore cecoslovacco a Budapest: aveva ricevuto una telefonata in cui un sedicente ufficiale ungherese lo aveva avvertito dell'invasione imminente. La cosa venne ignorata come una provocazione, ma probabilmente segnali del genere ne arrivarono parecchi. I servizi segreti cecoslovacchi non erano in grado di confermarne l'autenticità: orientati soltanto a fronteggiare l'Occidente, non disponevano certo di informatori infiltrati nei paesi nostri alleati. Quando fu chiaro che i carri armati avevano attraversato la frontiera, la direzione del Pcc, verso l'1.30 di notte, emise un comunicato in cui rifiutava e condannava l'intervento. La notizia venne diffusa immediatamente dalla radio, mentre i programmi televisivi a quell'ora erano sospesi. Io cercai di raggiungere la televisione verso le 4 del mattino, ma mi trovai di fronte i mezzi corazzati dell'Armata rossa. Già alcune ore prima gli invasori avevano assunto il controllo dell'aeroporto di Praga, dove atterravano in cont...