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1998,
Numero 6

IL MANIFESTO DELLA PRIMAVERA

di Jan Cech

DUEMILA PAROLE Dirette agli operai, ai contadini, agli impiegati, agli scienziati, agli artisti, a tutti Dapprima fu la guerra a minacciare la vita della nostra nazione. Seguirono poi altri brutti tempi, con avvenimenti che misero in pericolo la sua salute spirituale e il suo carattere. Speranzosa, la maggioranza della nazione accettò il programma del socialismo. La sua direzione però capitò nelle mani degli uomini sbagliati. Non sarebbe importato tanto che non avevano sufficienti esperienze di statisti, conoscenze pratiche e neppure istruzione filosofica, se almeno avessero avuto più comune buon senso e correttezza, se fossero stati capaci di ascoltare le opinioni altrui e avessero accettato di poter essere gradatamente sostituiti dai più capaci. Il partito comunista, che dopo la guerra riscuoteva una grande fiducia tra la gente, cambiò gradualmente la stessa con gli uffici, fino ad averli tutti, tanto da non avere altro che questo. Sono cose che dobbiamo dire, e le sanno anche quei comunisti tra noi la cui delusione per i risultati ottenuti è grande quanto la delusione degli altri. La linea sbagliata della direzione ha mutato il partito da partito politico e comunità unita dalla ...