1998, Numero 7
COCCODRILLO
di Filippo Mancuso
La lettera di Scalfaro alla vedova Caneschi è stata il trionfo dell'ipocrisia. Il Presidente della Repubblica è sempre stato informato dal min istro della Giustizia su quanto accadeva alla Procura di Milano, così come il Presidente del Consiglio, Dini, e il Segretario GeneraleEgli sapeva degli abusi che costituivano ragione per ispezioni ministeriali a MilanoOra non è accettabile questo sdegno tardivoScalfaro prova "sgomento"? Lo sgomento si sarebbe dovuto manifestare non solo per Caneschi ma anche per la resistenza del pool alle iniziative del minis tero. Scalfaro sapeva che si trattava di omicidioSapeva tutto, ma doveva subire l'autorità della Procura di Milano e oggi subisce il rimprovero di BorrelliAncora oggi è supino per i fascicoli sul "deputato di Novara". Scalfaro non è libero nei confronti degli uffici che custodiscono alcuni suoi segretiQuando si arriva ad un simile difetto di dignità, il destino è quello del mendicanteSe non si è in grado di reggere con giustizia un com pito così alto, si è miserabili baciati dalla fortuna. Il ministro della Giustizia riferiva tutto a Scalfaro in modo diretto, ma invece di interessarsi di quanto gli riferivo su Milano, Scalfaro mi c...
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