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1998,
Numero 7

L'ORA DEL CANCELLIERE ROSSO

di Fabiola Tedeschi

Come sempre nella sua storia recente, la socialdemocrazia tedesca torna al potere quando (almeno apparentemente) cambia pelle, quando si modernizza, quando comincia a operare una profonda trasformazione generazionale prima ancora che culturale. Lo è stato per la prima ascesa al governo dell'allora Germania occidentale con Willy Brandt e poi con Helmut Schmidt: una nuova leva di socialdemocratici rispetto ai Kurt Schumacher o agli Herbert Wehner che avevano condotto la Spd fuori dalla guerra perduta dal nazismo e attraverso la dura prova del dopoguerra e della creazione della nuova Germania dimidiata e tutta spostata a ovest. Di Schumacher & Co., Brandt e Schmidt erano ancora indubbiamente figli, certo, ma figli temerari e molto legati alle urgenze del loro presente. Furono loro gli artefici, sul piano della pratica governativa, della Bad Godesberg socialdemocratica, e da allora la Spd fu diversa. Si è verificata la stessa cosa anche quest'anno, con il verdetto del 27 settembre scorso, con il quale gli elettori tedeschi hanno pensionato Helmut Kohl e hanno deciso di affidare il loro 2000 al "giovane", al poco più che cinquantenne Gerhard Schroeder. che ha fatto subire al vecch...