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1998,
Numero 7

LA LEGGENDA DEL REMAGISTRATO

di Alain Minc

Nessun corpo dello Stato è sballottato dalla Storia come la magistratura: né il mondo dell'educazione che ha permesso agli insegnanti di mantenere il loro stato dopo centocinquanta anni; né l'universo della finanza e delle tecnologie che sono riusciti a fare delle proprie competenze professionali una difesa; né lo stesso esercito che, sebbene epurato in rare occasioni, ha utilizzato le proprie vittorie per sostenere l'illusione della propria legittimità e i propri difetti come alibi per essere sorretto. Il "demone corporativo" che corrode i magistrati è una risposta a questa situazione? A disagio, frustrati nelle loro ambizioni professionali, ribelle nei confronti del potere politico, la corporazione sembra aver trovato, con l'indipendenza, il mito che la trascende. Vi scorge in una volta la conferma della sua missione, di un'essenza quasi mistica, un pretesto per le proprie rivendicazioni di categoria, la giustificazione del suo ordinamento autonomo, quasi autarchico. Ma questuare eccessivamente l'indipendenza senza interrogarsi sui suoi fondamenti, i magistrati finiscono per dimenticare la più spontanea delle domande: chi ti ha fatto re? L'indipendenza senza legittimità non ris...