"Esiste sicuramente in Marcuse un'ontologia della libertà, una visione che non è assimilabile né a quella del marxismo, né a quella della società liberale. L'individuo come è definito nell'opera dell'autore dell'Uomo a una dimensione oscilla tra questi due poli, ma non si riconosce né nell'individuo sociale marxiano né nell'individuo atomistico del liberismo." Chi parla è Giacomo Marramao, filosofo, gran conoscitore del pensiero tedesco, ordinario di filosofia politica all'Università di Roma III, che tra non molto consegnerà all'editore Laterza la sua ultima fatica, "Passaggio a occidente. Tecnica e valori nell'età globale." Un lavoro nel quale il tentativo di ridefinire l'individuo e i rapporti tradizionali tra identità e differenza occupa un posto centrale. Alla due giorni con cui il Goethe Institut di Roma ha voluto celebrare il centenario del filosofo di Ragione e rivoluzione "Eros, utopia e rivolta" Marramao ha partecipato con una relazione che si propone per l'appunto di "rileggere Marcuse" ben al di là delle nostalgie che il nome e l'opera di questo padre spirituale del sovversivismo utopico può ispirare ad un'epoca così prosaicamente priva tanto di padri che di uto...