1998, Numero 9
AMICO DI TREVES
di Critica Sociale
AMilano si era stretto sempre di più a Claudio Treves e fu infatti con lui che espatriò su indicazione del giovane medico e pittore Carlo Levi, nipote di Treves, e con l'aiuto di Ferruccio Parri diventato specialista nell'organizzazione di espatri clandestini tra il 20 e il 21 novembre 1926, venti giorni prima di Turati. In uno dei rarissimi ricordi autobiografici racconterà più tardi il lungo cammino per le Alpi, sempre vicino al sessantenne «maestro» per soccorrerlo in caso di bisogno e ce ne fu per due volte avvalendosi della sua forza fisica e dell'esperienza di alpinista che si era fatta fin dalla prima giovinezza. La prima meta fu Lugano. Ecco il racconto di Saragat: «La frontiera era lontana ancora un paio di chilometri. Avevo tolto a Treves il pastrano perché potesse camminare più spedito. Per me quella corsa nei boschi era un gioco; per lui, non più giovane, e uso più a sfogliar libri che a camminare per i sentieri alpini, era fatica non lieve. Un paio di volte incespicò e cadde. Male per fortuna non se ne fece. Né voleva essere sorretto per non rallentare la marcia. Ad un tratto la guida che ci precedeva di una decina di passi fece un cenno. Era convenuto che a cinquanta ...
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