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1998,
Numero 9

GLOBALIZZAZIONE UNA SFIDA PERSA

di Carlo Tognoli

Una città come Milano, con la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni, con una intensa attività economica, con grandi ambizioni, non può vivere se non ha degli obiettivi strategici. Anzi per rimanere al passo deve "sognare". Per una città sognare significa pensare in grande, cioè progettare. Progettare nel campo dell'urbanistica con parametri adeguati ai tempi, e cioè in modo meno dirigistico e coinvolgendo le forze economiche e culturali della società. Progettare in campo architettonico privilegiando i canoni estetici. Progettare infrastrutture materiali e immateriali affinché Milano possa rimanere inserita nel circuito internazionale. Altrimenti è destinata alla semplice sopravvivenza: peggio, in un'era caratterizzata dalla "globalizzazione", una città senza progetti per il futuro, senza attrattiva, una città fuori "rete", corre il rischio di essere dimenticata. Un tempo Milano era industria e commercio, borghesia e proletariato, con una fiducia (positivista) nella scienza e nel progresso. Su questo terreno tentava di misurarsi con Londra e con Parigi. Un po' presuntuosa, ma tenacemente ambiziosa. I capitani d'industria portavano i loro capitali nel capoluogo lombardo...