1997, Numero 2
ITALIA COLPEVOLE
di Critica Sociale
Ha dell'incredibile, persino in un Paese come il nostro, in cui ingiustizie e assurdità non sembrano conoscere limiti, il caso di Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo di Alcamo (Trapani). La loro odissea giudiziaria, tragica e grottesca allo stesso tempo, ha inizio il 13 febbraio 1976 quando, ambedue minorenni incensurati ed universalmente stimati, vennero tratti in arresto per l'assassinio di Carabinieri avvenuto all'interno di una caserma. Rimasti diciotto ore nella mani dei Carabinieri, entrarono in carcere con i segni palesi di violenze subite. Avanti al Procuratore della Repubblica ritrattarono le ammissioni fatte in quelle terribili ore. Ad accusarli era un altro imputato, tale Giuseppe Vesco che poi aveva ritrattato tale "chiamata in correità" affermando di averla dovuta fare per sottrarsi alle torture, confermando invece la propria colpevolezza. Più ampie dichiarazioni aveva annunziato al Giudice Istruttore, ma, il 26 ottobre 1976, fu trovato impiccato in cella. Suicidio, si disse, non senza perplessità, perché Vesco era privo di una mano. Rinviati a giudizio assieme a un altro imputato maggiorenne, avanti alla Corte d'Assise di Trapani, Ferrantelli e Santangelo vide...
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