1997, Numero 2
NELLA MORSA DELL'EURO
di Bernard Cassen
La costruzione europea ha uno stomaco di ferro. Soprattutto se, come ha fatto Jacques Chirac annunciando la decisione di sciogliere anticipatamente l'Assemblea nazionale, le si assegna come obiettivo principale "il passaggio alla moneta unica, indispensabile per accedere al rango di una grande potenza politica". Un'affermazione abbastanza generica per occultare il vero ruolo dell'euro, come è delineato dal trattato di Maastricht: dare vita con la forza e senza avere l'onestà politica di conoscerlo a un'Europa dove le decisioni di carattere monetario, di bilancio, commerciali e, molto presto, fiscali, dei diversi stati saranno definitivamente sottratte all'ambito dell'intervento democratico. Per raggiungere, finalmente, l'ideale neoliberista, cioè la separazione tra la politica e la sfera economica e finanziaria Tutto è già stato detto, in particolare da queste pagine, sia sul carattere asociale, per non dire antisociale, dei criteri di convergenza esclusivamente monetali, sia sulla grave regressione democratica rappresentata dal trasferimento della gestione della moneta a una banca centrale indipendente dai governi, e quindi dal suffragio universale. Se l'obiettivo fosse stato ...
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