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1997,
Numero 4

DELLA DEMOCRAZIA

di Fabiola Tedeschi

C'è ancora qualcosa che unisce tutte, o quasi, le repubbliche sorte traumaticamente dalle ceneri della Jugoslavia. Quel quasi si riferisce alla Slovenia, che con la sua brevissima guerra d'indipendenza ha evitato di far passare la sua giovane democrazia sotto le forche caudine di un conflitto lungo e devastante. L'elemento che invece unisce le altre capitali, Belgrado come Zagabria, Sarajevo come Pale, è l'assenza di una opposizione che si ritiene credibile, tanto credibile da essere alternativa a gruppi dirigenti logorati e "integralizzati" ancor di più dalla guerra. Il pensiero va ovviamente al bell'inverno di Belgrado, alle manifestazioni non solo e non tanto contro Milosevic, ma soprattutto contro l'ennesimo schiaffo alla legalità operato dal regime al potere ormai da troppi anni. L'opposizione riunita nella coalizione "Zajedno" ha dimostrato tenacia quanto basta per resistere all'indifferenza occidentale e per spezzare il tentativo di Milosevic di lasciar stemperare la protesta. Ha infine raggiunto l'obiettivo, quello di avere ciò il governo delle città che il regime le aveva maldestramente tolto. Non è però ancora riuscita, sinora, a conquistare quel tanto in più di cre...