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1997,
Numero 4

EX JUGOSLAVIA, ALLA CACCIA DEI CRIMINALI

di McCoy

Colpevole. Dusko Tadic, 41 anni, ex barista originario di Kozarac, un villaggio della Bosnia settentrionale, ha avuto un bel protestare il suo essere soltanto un omonimo dell'uomo che dal 1992 è noto come il boia di Omarska, uno dei più famigerati campi di detenzione bosniaci. Il Tribunale Penale Internazionale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia non gli ha creduto e lo ha riconosciuto colpevole di 11 capi di imputazione sui 34 di cui era accusato. Le trentuno pagine della sentenza emessa in prima istanza dai giudici dell'Onu: gli avevano risparmiato i casi più gravi e infamanti, come le mutilazioni sessuali e gli stupri perpetrati nei campi di Omarska, Trnpolje e Keraterm, ma avevano riconosciuto in lui l'omicida di due poliziotti bosniaci, nonché l'autore di torture e percosse ai danni di prigionieri di guerra per lo più musulmani. Lunedì quattordici luglio è arrivata la conferma: venti anni di galera, per cui la difesa ha già presentato appello. Una sentenza, quella del Tribunale dell'Aja presieduto dal giurista italiano Antonio Cassese, contro la quale i legali di Tadic avevano presentato un ricorso sospensivo e che aveva suscitato Tirata reazione di uno degli imputati ...