1997, Numero 5
IL CORAGGIO DI BLAIR
di Critica Sociale
Che fosse un leader diverso dagli altri, e soprattutto in casa laburista, lo si era capito subito. Tolta un bel po' di polvere e di ragnatele dall'apparato di slogan di partito, semplificato a tal punto l'eloquio da renderlo buono per più settori di elettorato, abbellita l'immagine, rafforzata la figura. Ma che diventasse un vero e proprio ciclone in questa fine millennio britannica, beh, in pochi lo avrebbero previsto per la carriera governativa di Tony Blair. Eppure, quello che è successo questi primi mesi di premierato al numero 10 di Downing Street sta sovvertendo tutte le interpretazioni, comprese quelle che vedevano, nella sostanza, Blair come la versione britannica di Clinton. Soprattutto quando si guarda alla rivoluzione che il primo ministro di Londra sta conducendo in uno dei settori più delicati dell'equilibrio interno del paese: il rapporto tra le diverse "regioni" dell'isola, spesso coś gelose della propria cultura, tradizione, identità. Non sono stati in pochi a credere che i referendum sull'autonomia, tenutisi in Scozia e poi nel Galles nel mese di settembre, potessero rivelarsi la prima buccia di banana di un leader che stava osando troppo, che si stava mostrando...
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