L'incubo della nube che avvolge il sudest asiatico minaccia di protrarsi. Ma ridurre l'episodio a un problema di metereologia o di inquinamento sarebbe riduttivo. Col rischio che l'arrivo delle piogge metta tutto a tacere. Più che i monsoni sono le industrie del legname e quelle che commercializzano e impiantano la palma da olio che dovrebbero essere messe sotto accusa. Cosa che né Giacarta né Kuala Lumpur desiderano fare perché ciò significherebbe mettere sotto accusa un intero sistema produttivo. Che in parte svelerebbe alcuni degli ingredienti del miracolo asiatico. E che, nel caso indonesiano, metterebbe nuovamente in luce i già noti vincoli tra l'industria nazionale e la famiglia del presidente. Molte delle aziende del settore sono legate fra loro e controllano in Indonesia 64 milioni di ettari di foresta. Oltre a costituire parte della spina dorsale dell'economia indonesiana e malaysiana, le industria del legname e della lavorazione dell'olio di palma, sono diventate anche modelli da esportazione: nel Suriname un gruppo di società indonesiane e malaysiane si è aggiudicato circa 150mila ettari e le pressioni sul governo sono aumentate per una concessione di circa un milione di...
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