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1997,
Numero 5

DISCESA CON ALI PIÙ FORTI

di Ida Lubin

Sono rare le voci riconoscibili nel panorama della poesia italiana di questi anni. Rare e sempre sul punto di perdersi, di confondersi in quel brusio di fondo che sembra contraddistinguere una pratica vieppiù ghettizzata dal mercato editoriale, talora non senza la complicità, la compiacenza sottile e snobistica, degli stessi poeti. Bene ha fatto la rivista "Poesia", allora, a dedicare il cahier central del suo numero di settembre al nuovo libro di Antonella Anedda, "Cosa sono gli anni" edito da Fazi. Non solo perché l'Anedda, già autrice di una raccolta di versi "Residenze invernali" edita proprio da Nicola Crocetti, si è imposta per un'intonazione del tutto particolare della sua voce poetica un vibrato che un po' ricorda il famoso "tremulo" che Josif Brodskji attribuiva a Marina Cvetaeva, la capacità di tenere una nota dall'inizio alla fine di una composizione. Ma proprio perché nel caso di "Cosa sono gli anni" non si tratta di un libro di versi, bensì di una raccolta di prose e di meditazioni che attraverso una lettura personalissima fatta come spiega l'autrice stessa di "gratitudine e rapine" ritrovano le parole della grande tradizione, poetica e non, del nostro n...