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1997,
Numero 5

LO "SCUDO" DI PRODI

di Adriano Savio

Il 1630 della celeberrima peste manzoniana fu l'anno più disgraziato della storia di Milano prima di tangentopoli; nonostante ciò la zecca del ducato allora dominato dagli Spagnoli coniò monete d'oro e d'argento in una quantità che potremmo definire "esagerata", una vera e propria esplosione di monetato. Gli studiosi hanno tentato di capire a chi fossero rivolte tutte quelle monete e di tanto alto valore intrinseco quando il ducato era spopolato a causa del morbo infuriante e la capitale vedeva la sua popolazione ridotta di circa un terzo. Una mente malata potrebbe pensare che le autorità monetarie del ducato avessero in animo due scopi: quello di agevolare con la presenza sul territorio di molti pezzi di pregio il compito degli untori, dei monatti e dei saccheggiatori di ogni risma e contemporaneamente di insultare la miseria del popolino prostrato prima che dalla peste anche dalla carestia del 1628. In realtà pare che le autorità spagnole, quelle delle grida manzoniane, non fossero poi così sprovvedute in temi monetati e che il millesimo 1630 sia così diffuso solo perché la zecca continuava a coniare monete con la stessa data per anni e anni. E qualche logica avrà guidato anche...