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1997,
Numero 6

LA RIVOLUZIONE DI BLAIR

di Francesco Accursio

Che la storia non proceda per salti è soltanto un luogo comune ed è la realtà stessa che a volte si incarica di dimostrarcelo, rendendo possibili in un tempo brevissimo situazioni considerate per decenni semplicemente inimmaginabili. Una di quelle volte è ora ed è in Irlanda del Nord. La ormai famosa stretta di mano del 13 ottobre fra il premier britannico Tony Blair e il leader indiscusso del Sinn Fein Gerry Adams, 76 anni dopo quella fra Lloyd George e Michael Collins, non è infatti un gesto solo altamente simbolico ma anche denso di risvolti pratici. Anche se quella stretta di mano è avvenuta, a differenza di quella ormai consegnata alla memoria collettiva fra Rabin e Arafat, lontano dalle telecamere, ha avuto un impatto forte nella coscienza della gente sia in Ulster che in Gran Bretagna e nella Repubblica d'Irlanda. Tutte le parti coinvolte sono infatti ormai consce di essere a un punto di non ritorno. Lo dimostrano fra l'altro le forti contestazioni che le frange unioniste protestanti più intransigenti hanno riservato a Blair dopo il suo incontro con Gerry Adams nel castello di Stormont. Fra le grida di "traditore" e accuse di aver ormai le mani sporche di sangue dopo aver ...