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1997,
Numero 6

UN ADDIO TROPPO LUNGO

di Fiamma Salimbeni

Ai giornalisti è naturalmente lecito cimentarsi nella stesura di libri di storia. Anzi, come in alcuni casi si è visto, gli strumenti dell'inchiesta, se riferiti ovviamente alla con temporaneità, sono spesso più efficaci della semplice collazione delle fonti. Se poi le fonti sono quotidiani, settimanali e riviste, allora il giornalista, che meglio di ogni altro conosce le "cucine" da cui gli articoli escono, è forse la persona più adatta per metter mano a un tentativo di ricostruzione. A patto però che il risultato finale non sia una riscrittura di vecchi testi del giornalista medesimo, magari integrati con note a pie' di pagina, senza che il problema, intorno al quale quei testi ruotano, venga ripensato alla luce di una chiave interpretativa ben definita. Spiace dirlo, ma Nello Ajello con il suo Il lungo addio. Intellettuali e Pci dal 1958 al 1991 (Editori Laterza, pp.447, lire 35 mila) non soddisfa nessuna delle due condizioni appena citate. L'idea che la storia del rapporto tra intellettuali e Partito comunista italiano dalla fine dell'"intellettuale organico" alla trasformazione dell'organizzazione in Partito democratico della sinistra altro non sia che la storia di un "lu...