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2006,
Numero 5

Legge Biagi, un esempio in Europa. Ma priva di verifica è ancora perfettibile

“I provvedimenti del giuslavorista bolognese sviluppano un lavoro già avviato da Tiziano Treu. Marco Biagi ha innovato il diritto del lavoro e suscitato interesse internazionale contribuendo ad invertire la tendenza verso una ripresa dell’occupazione. La polemica politica ha tuttavia bloccato ogni verifica dei risultati e molti istituti non sono ancora a regime, come l’apprendistato e il lavoro occasionale”.
di Alessandra Servidori

Sono e rimango profondamente convinta che la Legge Biagi ha contribuito ad innovare il diritto del lavoro ed ha suscitato attenzione ed interesse anche in altri Paesi, impegnati nella difficile ma necessaria ricerca di strumenti idonei a rendere più flessibile il mercato del lavoro e a promuovere l’occupazione, specie dei giovani, riconoscendo e salvaguardando un livello essenziale di garanzie. D’altronde la dimensione comunitaria , le sfide e le normative europee sono la bussola di orientamento della legge e dei suoi complessi provvedimenti attuativi (ispirati al Libro bianco sul mercato del lavoro) che si sono mossi, inoltre, lungo una linea di sostanziale continuità con le misure introdotte nel 1997 (dopo un lungo confronto con le parti sociali) dal “Pacchetto” voluto e predisposto (in stretta collaborazione con Marco Biagi) dall’allora ministro del Lavoro Tiziano Treu. Questa legislazione innovativa e moderna, nel suo divenire, ha consentito di sbloccare, in Italia, il mercato del lavoro e di renderlo dinamico nonostante le difficoltà dell’economia. I dati dimostrano infatti che nell’arco di tempo compreso tra il 1992 e il 1997, ad una crescita media annua significativa del Pil...