2006, Numero 5
Precarietà è limite alla flessibilità. Un’alleanza tra imprese e lavoro
“Povertà ed esclusione: cosa può fare l’impresa è il rapporto realizzato quest’anno dall’“Institut Montaigne” di Parigi sulla riforma del mercato del lavoro. In queste pagine Critica si sofferma sul tema di come conciliare flessibilità e sicurezza nei percorsi professionali secondo il modello proposto dal think tank francese. L’Institut Montaigne è un centro studi indipendente da ogni parte politica e i suoi finanziamenti sono esclusivamente privati. Esso riunisce dirigenti d’impresa, alti funzionari pubblici, docenti universitari ed esperti in vari campi della vita economica e sociale francese per elaborare proposte concrete di lungo termine per la riforma della democrazia”.
di Institut Montaigne
Il rafforzamento della competizione economica da un lato, l’internazionalizzazione e la terziarizzazione dei mercati, d’altra parte, hanno cambiato le abitudini e i modi di lavorare. La rapidità di questa evoluzione ha costretto sempre più in questi anni le imprese alla flessibilità e dopo 30 anni, questa costante ricerca di flessibilità ha fortemente coinvolto i sindacati e di conseguenza i rapporti di lavoro che ogni impresa ha con i propri dipendenti. Il contratto di lavoro si è evoluto così verso una ridefinizione del suo ruolo economico e psicologico. La semplice applicazione del “contratto di lavoro” (prestazione contro salario) non è più in grado di soddisfare né l’impresa, né il lavoratore. Quest’ultimo si accontenta di perseguire i propri interessi indipendentemente dagli altri dipendenti dell’impresa. La motivazione del salario fallisce proprio in ciò che è, oggi più che mai, uno dei principali fattori di competitività. “Il contratto psicologico” comporta delle obbligazioni morali reciproche tra l’impresa e il lavoratore, nozione usata da Argyris e Levinson per spiegare la natura soggettiva del contratto di lavoro. Un tempo il contratto garantiva il rapporto di lavoro: i...
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