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2006,
Numero 6

Misure utili alla libertà (e una nota sulle pecore)

“La libertà è sempre stata presentata nella sfera individuale. Come misurarla in economia? Valorizzando i cittadini come attori economici, liberi di scegliere: nel consumo, nel risparmio, nei servizi, negli investimenti ecc.. Ma non basta. Una misura economica della libertà è anche l’agente medesimo della sua libertà e dunque non solo libertà da ogni vincolo, ma libertà di conoscere per scegliere. L’ educazione è ciò che nella libertà fa la differenza tra negativo e positivo”
di Margherita Bottero

Jim e Gill sono due amici in una certa città. Dopo una settimana di lavoro, il venerdì sera decidono di svagarsi e andare al cinema. Al cartellone ci sono due spettacoli, l’ultimo kolossal di Schwarzenegger e I Quattrocento Colpi: Jim sceglie Truffaut, mentre l'amico preferisce l’altra pellicola. E' una piccola storia che ci servirà più avanti per parlare di libertà e di economia, o, meglio, di come in economia si dia conto della libertà degli individui. Generalmente, il problema viene affrontato parlando di misura della libertà. L’idea è quella di trovare una definizione operativa della libertà che dia conto, se non di valori assoluti, quantomeno di valori relativi riguardo diverse situazioni di libertà. Tale misura merita a ragione approfondite riflessioni in quanto, posto che esista, permetterebbe, grazie al confronto tra situazioni di libertà differenti, di individuare le persone più oppresse e di procedere per queste con adeguati miglioramenti.
Tuttavia, una misura richiede una definizione, e la questione si fa delicata perché spesso ci sono tante misure quante definizioni. Fortunatamente, le definizioni di libertà si sono finora susseguite con armonia, e il progresso dall’un...