2006, Numero 6
Alla ricerca dei “libertadores”. Brasile e Argentina alle urne
“Il Brasile gioca ormai un ruolo da protagonista sulla scena internazionale e rivendica un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il primo mandato di Lula, tuttavia è a luci ed ombre. L’economia cresce, ma la distanza tra un ceto ristretto di benestanti e la massa dei diseredati è ancora enorme. Nestor Kirchner. ha ereditato un paese in bancarotta ha permesso la realizzazione di una crescita del 9 per cento negli utimi tre anni e di abbattere la disoccupazione. Ciò che lo insidia è l’inflazione (più 5%)”
di Diego Corrado e Luciano Mondellini
Quattro anni dopo aver avviato il ciclo di sinistra moderata, Brasile e Argentina torneranno alle urne nei prossimi mesi, cercando conferme al percorso intrapreso quattro anni fa. In entrambi i Paesi i presidenti uscenti appaiono favoriti. Il brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è dato per vincente al primo turno alle elezioni del prossimo ottobre, l’argentino Néstor Carlos Kirchner è in testa nella gara che per lui si svolgerà ad aprile 2007. Molte cose sono cambiate da inizio decennio. I due colossi hanno fatto da traino, e la sinistra, al potere quasi ovunque in America Latina, ha dato prova di saggezza e maturità, smentendo una fama che la voleva massimalista e anti-sistema. Troppa moderazione, secondo alcuni, che guardano alle esperienze di Venezuela e Bolivia, per riaffermare l’identità di Paesi a lungo soggetti all’invadenza del grande vicino nordamericano. Ma se i populisti Chavez e Morales gridano più forte dei loro colleghi, sono proprio Brasile e Argentina ad aver assicurato in pochi anni al continente un quadro di stabilità che ne ha mutato i rapporti con il resto del mondo. Fino a ieri colosso a capo di un gruppo di paesi a sovranità limitata, oggi il Brasile gioca un...
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