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2006,
Numero 7

L’insurrezione

“Imre Nagy è eletto capo del nuovo governo in una drammatica riunione del comitato centrale. Nelle stesse ore carri sovietici varcano i confini ungheresi. La vicenda coinvolge l’ONU che condanna l’URSS di violazione della sovranità nazionale. L’insurrezione di estende e incrina, in Italia, l’alleanza tra comunisti e socialisti giungendo a spaccare lo stesso PCI.
Lettera allarmata di Togliatti al Soviet di Mosca per sollecitare la repressione di una rivolta che rischia di danneggiare il movimento comunista internazionale”
di AA.VV

Alla sera del 23 ottobre, dopo una manifestazione prima vietata e poi autorizzata da Geroe (nuovo segretario del Partito da luglio al posto di Rakosi) presso la sede della radio, ci furono colpi d’arma da fuoco e le prime vittime: questa fu l’esca per l’insurrezione. Ha poca importanza stabilire chi abbia fatto fuoco per primo, se i dimostranti o la polizia. Fatto sta che l’AVH (la polizia politica ungherese) uccise e ferì un certo numero di persone e dal quel momento la situazione precipitò.
Peraltro Geroe aveva pronunciato un discorso radio minaccioso e provocatorio contro i dimostranti che chiedevano alla radio di dare notizia di ciò che accadeva e che invocavano il ritorno di Imre Nagy.
Il Comitato centrale comunista si riunì precipitosamente e nominò Nagy capo del governo, nella speranza di soddisfare le richieste degli insorti.
Nelle stesse ore comparvero per le vie di Budapest i mezzi corazzati sovietici il cui intervento, si disse, era stato richiesto dal Governo per ristabilire l’ordine. Su questo punto della drammatica vicenda le versioni sono contraddittorie. Ci fu chi affermò che lo stesso Nagy avesse condiviso tale decisione e chi invece sostenne che l’intervento sovie...