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2006,
Numero 8

Ma il PCI mantenne il controllo sul PSI

“Nenni inizio a prendere progressivamente le distanze dal PCI giŕ dopo la sconfitta elettorale del ’48. Ma lo sganciamento dagli alleati del Fronte popolare e il progressivo avvicinamento alla DC per una coalizione di centro-sinistra trovavano nell’influenza economica ed organizzativa del PCI all’interno del PSI un forte ostacolo. Il paradosso del congresso di Venezia nelo ’57: vince la mozione di Nenni, ma il segretario si trova in minoranza nel nuovo Comitato Centrale”.
di Spencer M. Di Scala

Cinquanta anni sono un tempo sufficiente per riflettere sull’impatto della Rivoluzione ungherese negli affari Italiani.
In generale questa riflessione non č stata fatta in modo approfondito, ma le conseguenze furono che la Rivoluzione ha scosso il Partito Comunista Italiano, lasciando spazio al Partito Socialista, e che successivamente il PCI riuscě a riprendersi dallo shock. L’altro effetto č che la Rivoluzione ungherese ha spinto Pietro Nenni a liberare il PSI dallo stretto legame con il PCI .

La storia č molto complessa. Nenni comprese che i Comunisti rappresentavano una minaccia per il suo partito nel 1948, immediatamente dopo le elezioni di Aprile. Nel 1946 alle elezioni per l’Assemblea Costituente, il Partito Socialista arriva secondo, davanti al PCI. Nel 1948, invece, le elezioni segnano una sconfitta non solo per la sinistra in Italia, ma in particolare per il PSI, superato dal PCI all’interno dell’alleanza di “fronte popolare” in voti e in eletti. La rappresentanza parlamentare dei socialisti alla Camera dei Deputati crolla da 115 (1946) a 42, mentre i Comunisti passano da 104 deputati del ’46, a 141 nel ’48. Nel Fronte popolare, la superioritŕ organizzativa del PCI,...