2006, Numero 8
L’inutile appello di Nagy a Togliatti
“Lettera di Imre Nagy a Togliatti per un aiuto “dai partiti fratelli” a fare luce sui fatti ungheresi. La denuncia dell’isolamento cui è costretto il “gruppo Nagy” detenuto in Romania: quaranta persone con famigliari e bambini. La proposta di istituire una Commissione internazionale dei partiti comunisti per una analisi non pregiudiziale sulle cause e sulle responsabilità degli avvenimenti di ottobre. La lettera è stata rivelata e tradotta da Federigo Argentieri e pubblicata dal Corriere della Sera in occasione dell’omaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla tomba di Imre Nagy. Togliatti l’anno successivo, dal canto suo, chiese di rinviare l’esecuzione di Nagy di un mese per non “disturbare” le elezioni politiche che si stavano per svolgere in Italia con un prevedibile danno per le liste del PCI”.
di Imre Nagy
Caro compagno Togliatti, permetta che ci rivolgiamo per lettera a Lei, e per Suo tramite al Comitato Centrale del PCI, a nome mio e dei miei compagni con cui contro la nostra volontà e malgrado le nostre proteste siamo stati allontanati dall’Ungheria e ci troviamo costretti a rimanere sul territorio della Repubblica popolare Romena. Nelle loro risoluzioni e dichiarazioni, nei comunicati dei loro incontri congiunti, così come negli articoli pubblicati nei loro giornali, molti governi di Paesi socialisti e di democrazia popolare, molte direzioni di partiti comunisti e operai, distorcendo rozzamente le premesse indispensabile della sincera e fedele analisi marxista, della verità storica e dei fatti oggettivi – forniscono versioni talmente false e infondate degli avvenimenti ungheresi di ottobre-novembre tali da poter trarre in inganno non solo i partiti fratelli e il movimento operaio internazionale, ma tutto l’opinione pubblica progressista. E’ chiaro che dall’interpretazione errata degli avvenimenti non possono risultare giuste e fondate né le esperienze che ne derivano o che ne devono derivare, le conseguenze politiche, morali, giuridiche, eccetera, né modo di porre la questione d...
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