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2006,
Numero 9

Tra il dire e il fare, c’č di mezzo la politica

di Mauro Terlizzi

Che il governo de L’Unione soffra, tra l’altro, di una carenza di impatto e di assenza di linearitŕ nella sua comunicazione, risulta ormai assodato. Quali ne siano i motivi, invece, resta materia ancora poca indagata, fatti salvi i luoghi comuni sulla poca predisposizione del Presidente del Consiglio al comunicare con efficacia ed alla vasta compagine che forma la coalizione, causa di dichiarazioni spesso contraddittorie ed a ruota libera. Ho ragione di pensare che le cause siano piů profonde, che poggiano su una visione “culturale” del rapporto tra il “dire e il fare” un po’ problematica e su un relazione non ben compiuta tra il “prodotto” e la “sua” comunicazione.
Si ha la sensazione che il dover dire, ed il pianificare il cosa ed il come, sia una insopportabile scocciatura, un dazio da pagare a questa “moda” mediatica imperante e che poca abbia a che vedere con la serietŕ delle idee e con la loro attuazione. L’insofferenza storica di buona parte del gruppo dirigente del centrosinistra (dalle “iene dattilografe” di D’Alema, al “complotto delle redazioni” evocato in queste settimane da Prodi), credo sia sintomo di questo modo di pensare. La comunicazione, invece, sia nei processi ...