2006, Numero 10
Una domanda internazionale di verità
di Bernard-Henry Levy
Chi ci farà credere che l'omicidio di Ana Politkovskaya non abbia nulla a che vedere con il clima deleterio, liberticida, “progromista” che oggi regna a Mosca e consente - è un esempio - che si dia la caccia al georgiano ufficialmente, impunemente, così come ieri si dava la caccia al ceceno?Chi può garantirci che non vi sia stato al vertice dello Stato, un assassino gallonato, esperto nel mettere in riga i giornalisti curiosi, convinto che quella donna troppo curiosa, per la guasta feste che impedisce la normalizzazione e di mentire, per la giornalista indomabile che non si accontentava di scrivere, ma agiva, non ci fosse più altra soluzione se non di ucciderla per obbligarla a piegarsi? Putin è l'uomo che sfodera il revolver appena sente parlare di stampa libera, è il Presidente sotto il cui regno sono stati già uccisi, prima della Politkovskaya, altri 12 giornalisti. Dodici! La cifra è debitamente documentata, purtroppo da Reporters sans frontieres! Così come è documentata l'uccisione di altri trenta giornalisti e reporter nel periodo precedente, tra il 1992 e il 2000, nell'esercizio del loro mestiere. Putin, il neo-zar dagli occhi vuoti e dal parlare delicato che voleva anda...
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