2006, Numero 11
La beffa verso l'unità socialista
“La verità è che tutti i socialisti di ogni età e di ogni tempo hanno coltivato la speranza o l'illusione di essere riuniti un giorno agli scissionisti del 1921. Ma il contrasto è clamoroso: quanto più i socialisti hanno nutrito sentimenti unitari, tanto più nei comunisti è cresciuto l'avversione contro di loro. L'illusione unitaria è rimasta tuttavia nell'animo di molti socialisti. Craxi non era disposto a cedere di una virgola sulla libertà e sulla democrazia, ma la meta di tutta la sua azione rimase l'unità socialista e l'errore fatale fu di crederla ormai raggiunta dopo la caduta del Muro”.
di Stefania Craxi
Cari amici, cari compagni, per ricordare lo spirito unitario eternamente rimasto nel cuore dei socialisti credo che non ci sia cosa migliore che riguardare il grande disegno con cui il celebre Scalarini raffigura sull’ “Avanti!” la scissione di Livorno. Scalarini disegnò la figura di un vecchio socialista che sulla porta della sezione sventola un fazzoletto per salutare i giovani compagni che intraprendono il loro viaggio. Il povero Scalarini pensava già al grande ritorno; non poteva immaginare che quel viaggio sarebbe stato un segnale di aggressioni alla casa madre socialista, fino a culminare, settant’anni e passa dopo, nella distruzione del Partito Socialista. Il sentimento unitario è vivo in tutta la storia del Partito Socialista. E’ vivo nelle correnti più estreme come tra i riformisti. Dopo ogni scissione si proclamano appelli unitari e si guarda sempre anche oltre le soglie del partito. Solo un temperamento orgoglioso e ardito come Saragat sarà capace di dire basta e di sbattere la porta quando nel PSI è diventato difficile persino discutere. Solo chi ha vissuto quegli anni può dire quanto sia costato a Pietro Nenni la rottura del patto di unità d’azione con il PCI, sebben...
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