2006, Numero 11
Il riformismo socialista e il sindacato
“Craxi veniva dalla gavetta della vita politica nelle sezioni socialiste dell'hinterland milanese. Il suo era un riformismo saldamente legato alle istituzioni delle classi lavoratrici tanto ricche e diffuse nella Milano di Filippo Turati e nell'Europa uscita dalla seconda guerra mondiale. L'azione di quelle istituzioni (sindacato, cooperative, associazioni) era parte integrante della iniziativa riformista ispirata al gradualismo e alla soluzione dei problemi mediante una linea basata su valori immutabili, ma capaci di adattarsi all'empirismo dettato dalla realtŕ”.
di Giuliano Cazzola
Prima di essere chiamato alla segreteria del Psi, Bettino Craxi aveva accumulato un bagaglio culturale ricco di una lunga esperienza politica nella Milano di tradizioni riformiste, allora capitale morale (come si diceva allora) ed economica del Paese. Diversamente dalla torinese nell’industria dell’auto, Milano era la capitale della metalmeccanica e vantava un tessuto manifatturiero diffuso e diversificato con una classe operaia matura e sindacalizzata, occupata nei grandi stabilimenti del Gotha del capitalismo italiano. Craxi non si come si diceva del suo acerrimo avversario Enrico Berlinguer. Veniva dalla gavetta, aveva lavorato nelle sezioni socialiste e nel territorio, prima di approdare come consigliere comunale a Palazzo Marino, poi alla Camera dei Deputati. Giunto ai vertici del partito, Craxi ne aveva diretto la politica internazionale e in questa veste aveva allacciato stretti rapporti con le grandi socialdemocrazie europee, coltivando la comune appartenenza all'Internazionale socialista in cui il Psi era entrato da qualche anno (dopo l'unificazione col Psdi). In quei tempi (siamo a cavallo tra la fine degli anni '60 e e l’inizio degli anni '70 del secolo scorso), gran p...
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